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Abbiamo affrontato più volte la tematica della tutela della privacy sul web, evidenziando come la legislazione europea offra un’ampia regolamentazione che non trova riscontro nella normativa statunitense, incentrata invece sulla libertà del web.
Italia ed Europa hanno messo più volte sotto accusa la gestione della privacy sui social network e anche negli Stati Uniti si sono sollevate diverse voci a denuncia di una gestione troppo commerciale e incapace di tener conto dei diritti degli utenti: protestano gruppi di Senatori e Associazioni di Consumatori e l’argomento è all’ordine del giorno sui mezzi di informazioni. Ha fatto scalpore un quiz del The New York Times nel quale si chiedeva quale fosse il testo più lungo tra la Costituzione americana e la policy della privacy su Facebook, affermando la vittoria di quest’ultima, con 5.830 parole contro le 4.543 della Costituzione.
Tuttavia, qualcosa sta cambiando, soprattutto in seguito alle polemiche suscitate da alcuni comportamenti messi in atto da Facebook e Google. Basti ricordare le modifiche alla privacy attuate da Facebook a fine 2009/inizio 2010 e la mappatura delle reti wi-fi non protette effettuata da Google…
Per saperne di più, consigliamo l’articolo de IlSole24Ore: Gli Stati Uniti studiano una stretta sulla privacy online (dopo i casi Facebook e Google)
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