Il Responsabile per la Transizione al Digitale (RTD) è una figura centrale ai fini della trasformazione digitale della PA: vediamo i riferimenti normativi, i compiti, le competenze e alcune indicazioni operative. |
Il Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) prevede che ciascuna amministrazione nomini un Responsabile per la Transizione al Digitale (RTD). Questa figura risulta però ancora assente in molte amministrazioni, come rilevato dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla digitalizzazione e dalla recente Circolare n. 3 del 1 ottobre 2018, con la quale il Ministro per la Pubblica Amministrazione sollecita tutte le PA a individuare al loro interno un Responsabile per la Transizione al Digitale.
Con la Circolare adottata dal Ministero Giulia Bongiorno si torna infatti a parlare di un adempimento centrale per il conseguimento degli obiettivi di trasformazione e passaggio al digitale, come previsto dall‘art. 17 del d.lgs. 82/2005 (“Codice dell’Amministrazione Digitale”, CAD): “Con la presente Circolare, nella convinzione della centralità del ruolo del RTD ai fini della trasformazione digitale dell’amministrazione e del pieno adempimento delle norme in materia di innovazione della pubblica amministrazione, si richiamano le amministrazioni a provvedere, con ogni opportuna urgenza, alla individuazione del RTD preposto all’ufficio per la transizione al digitale e alla relativa registrazione sull’Indice delle Pubbliche Amministrazioni (IPA – www.indicepa.gov.it)”
I compiti del Responsabile della transizione digitale
La Circolare n. 3/2018 ricorda che al Responsabile della Transizione Digitale “sono attribuiti importanti compiti di coordinamento e di impulso ai processi di reingegnerizzazione dei servizi, in particolare:
a) coordinamento strategico dello sviluppo dei sistemi informativi, di telecomunicazione e fonia, in modo da assicurare anche la coerenza con gli standard tecnici e organizzativi comuni;
b) indirizzo e coordinamento dello sviluppo dei servizi, sia interni che esterni, forniti dai sistemi informativi di telecomunicazione e fonia dell’amministrazione;
c) indirizzo, pianificazione, coordinamento e monitoraggio della sicurezza informatica relativamente ai dati, ai sistemi e alle infrastrutture anche in relazione al sistema pubblico di connettività, nel rispetto delle regole tecniche di cui all’articolo 51, comma 1;
d) accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici e promozione dell’accessibilità anche in attuazione di quanto previsto dalla Legge 9 gennaio 2004, n. 4;
e) analisi periodica della coerenza tra l’organizzazione dell’amministrazione e l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, al fine di migliorare la soddisfazione dell’utenza e la qualità dei servizi nonché di ridurre i tempi e i costi dell’azione amministrativa;
f) cooperazione alla revisione della riorganizzazione dell’amministrazione ai fini di cui alla lettera e);
g) indirizzo, coordinamento e monitoraggio della pianificazione prevista per lo sviluppo e la gestione dei sistemi informativi di telecomunicazione e fonia;
h) progettazione e coordinamento delle iniziative rilevanti ai fini di una più efficace erogazione di servizi in rete a cittadini e imprese mediante gli strumenti della cooperazione applicativa tra pubbliche amministrazioni, ivi inclusa la predisposizione e l’attuazione di accordi di servizio tra amministrazioni per la realizzazione e compartecipazione dei sistemi informativi cooperativi;
i) promozione delle iniziative attinenti l’attuazione delle direttive impartite dal Presidente del Consiglio dei Ministri o dal Ministro delegato per l’innovazione e le tecnologie;
j) pianificazione e coordinamento del processo di diffusione, all’interno dell’amministrazione, dei sistemi di identità e domicilio digitale, posta elettronica, protocollo informatico, firma digitale o firma elettronica qualificata e mandato informatico, e delle norme in materia di accessibilità e fruibilità nonché del processo di integrazione e interoperabilità tra i sistemi e servizi dell’amministrazione;
j-bis) pianificazione e coordinamento degli acquisti di soluzioni e sistemi informatici, telematici e di telecomunicazione, al fine di garantirne la compatibilità con gli obiettivi di attuazione dell’agenda digitale e, in particolare, con quelli stabiliti nel piano triennale”.
Soggetto interno o Esterno?
Potrà essere nominato Responsabile della Transizione al Digitale solo ed unicamente un dirigente o un responsabile di posizione apicale interno all’Ente, al massimo potrà essere nominato un soggetto in forma associata come ancora una volta specifica Circolare n. 3/2018: “È utile precisare che il comma 1-septies dell’art. 17 CAD prevede la possibilità per le amministrazioni diverse dalle amministrazioni dello Stato di esercitare le funzioni di RTD anche in forma associata. Tale opzione organizzativa, raccomandata specialmente per le PA di piccole dimensioni, può avvenire in forza di convenzioni o, per i comuni, anche mediante l’unione di comuni. La convenzione disciplinerà anche le modalità di raccordo con il vertice delle singole amministrazioni”
A questo punto, data la necessità di incaricare un soggetto interno all’amministrazione, la domanda che ci si pone è quella di chi abbia le competenze per essere nominato ed anche in questo caso i paletti sono stati già fissati dall’art. 17 comma 1-ter, D. Lgs. n. 82/2005:
“Il responsabile dell’ufficio di cui al comma 1 è dotato di adeguate competenze tecnologiche, di informatica giuridica e manageriali e risponde, con riferimento ai compiti relativi alla transizione, alla modalità digitale direttamente all’organo di vertice politico”. Lo stesso articolo precisa inoltre che “in assenza del vertice politico, il responsabile dell’ufficio per il digitale di cui al comma 1 risponde direttamente a quello amministrativo dell’ente.”
Le competenze necessarie
Nella fattispecie però diventa un elemento fondamentale definire chi sia davvero in possesso di “adeguate competenze tecnologiche”. In questo caso ci viene in aiuto la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla digitalizzazione che nella sezione dedicata al Responsabile della Transizione al Digitale (4.1) indica e fissa i requisiti che deve possedere detto ruolo:
“La Commissione ha scelto quattro criteri indicativi, per valutare in prima approssimazione il livello di adempimento dell’articolo 17, comma 1-ter :
- iscrizione all’ordine degli ingegneri informatici;
- laurea in informatica o equivalenti;
- esperienza almeno quinquennale nel settore privato nel campo dell’ICT;
- esperienza almeno quinquennale nel settore pubblico nel campo dell’ICT. “
Indicazioni operative
E’ fondamentale pertanto nominare al più presto, qualora non si sia già provveduto a farlo, il RTD e pubblicarlo sull’Indice delle Pubbliche Amministrazioni IPA – www.indicepa.gov.it
Diviene però ancora più importante strutturare un team che si adoperi per affiancare il RTD e guidarlo verso tutte le attività che è chiamato a svolgere. Questo team potrà essere composto tanto da dipendenti interni all’Ente quanto da soggetti esterni che potranno essere chiamati in causa nelle singole fasi del processo o che potranno anche svolgere l’attività di coordinamento degli uffici esistenti colmando dunque le competenze digitali mancanti.
I primi compiti dello staff costituito saranno poi quello di predisporre un documento di analisi dello stato di fatto in funzione degli obiettivi di digitalizzazione normativi, strategici e funzionali dell’Ente, successivamente sarà necessario redigere il Piano Triennale, formare il personale e procedere in modo iterativo sulla digitalizzazione dei processi interni.
SI.net al fianco del Responsabile per la Transizione al Digitale
Forte della pluriennale esperienza nella digitalizzazione dei processi al fianco delle PA, SI.net può fornire supporto nel percorso tracciato dal legislatore di transizione al digitale delle Pubbliche Amministrazioni.
In particolare SI.net può affiancarsi alle PA nelle diverse fasi, in modo flessibile e modulare, a seconda delle esigenze specifiche della singola realtà, offrendo:
- Supporto alla nomina del Responsabile della Transizione al Digitale, grazie ad un’analisi delle competenze, correlata alla definizione delle mansioni;
- Affiancamento al Responsabile per la Transizione al Digitale nell’analisi interna ed esterna all’ente in modo da individuare gli ambiti e le modalità di intervento;
- Collaborazione alla predisposizione del Piano Triennale dell’Informatica;
- Formazione del personale.
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