
Nel corso del 2025, alcuni fornitori di SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) hanno iniziato a introdurre un canone annuale. Vediamo nel dettaglio quali gestori sono coinvolti, cosa prevede la normativa e quali soluzioni hanno a disposizione cittadini, enti e aziende per continuare ad accedere ai servizi digitali senza oneri imprevisti.
- SPID gratuito o a pagamento: quali provider sono coinvolti?
- Perché alcuni SPID diventano a pagamento? Il contesto normativo
- SPID “aziendale”: identità digitale per le persone giuridiche
- Cosa fare se il tuo SPID personale diventa a pagamento: soluzioni e alternative
SPID gratuito o a pagamento: quali provider sono coinvolti?
Attualmente esistono 13 provider SPID accreditati dall’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) . La maggioranza di questi continua a offrire SPID gratuitamente ai cittadini, salvo eventuali costi una tantum per particolari modalità di attivazione (ad esempio l’identificazione via webcam). Solo due provider, Aruba e InfoCert, hanno annunciato l’introduzione di un canone annuale nel 2025. In sintesi:
- InfoCert – Gratuito fino al 28 luglio 2025; dopodiché costerà 5,98 € l’anno (IVA inclusa) per mantenere attiva l’identità digitale. Il rinnovo non sarà automatico: chi non accetta esplicitamente il nuovo costo non subirà addebiti, ma perderà l’accesso al servizio SPID InfoCert. Il canone sarà applicato alla prima scadenza utile dopo il 28 luglio 2025, ovvero se lo SPID scade ad esempio ad prile 2026, verrà richiesto di pagare il canone annuale dopo tale data. È possibile inoltre recedere inviando una PEC o raccomandata, come indicato da InfoCert stesso.
- Aruba – Aveva già comunicato in precedenza un passaggio al modello a pagamento: gratuito il primo anno dall’attivazione; dal secondo anno in poi, canone di 4,90 € + IVA (circa 6 €) all’anno. Questa tariffa si applica alle identità SPID personali Aruba ID (per privati cittadini) a partire dal rinnovo annuale successivo al 2025. Qualora si faccia scadere senza rinnovo, non è più possibile riattivarlo se non acquistandone uno nuovo,
Tutti gli altri gestori SPID rimangono gratuiti al momento. Ad esempio, Poste Italiane (PosteID) – che gestisce da sola circa il 70% delle identità SPID attive in Italia – non ha previsto alcun costo aggiuntivo e continua a offrire il servizio senza canone periodico. Allo stesso modo, identity provider come Lepida, TIM, TeamSystem mantengono lo SPID per privati gratuito (eventualmente richiedendo un piccolo pagamento solo se l’utente sceglie il riconoscimento via webcam per attivarlo). Anche altri operatori, tra cui Namirial, Sielte, Intesi Group, EtnaID, forniscono lo SPID base gratuitamente se l’utente completa l’attivazione con una CIE, CNS o firma digitale, mentre applicano un costo se si utilizza l’identificazione via webcam o servizi aggiuntivi.
In definitiva, non c’è un obbligo generalizzato di pagare per lo SPID: dipende dal provider scelto. Chi ha ottenuto SPID con un gestore che introduce un canone può valutare di passare a un altro provider che offra ancora l’identità digitale gratuita. Tra l’altro è consentito avere anche più di una identità SPID contemporaneamente, se lo si desidera (seppur con le controindicazioni che verranno approfondite di seguito).
Perché alcuni SPID diventano a pagamento? Il contesto normativo
La possibilità che i gestori privati di SPID richiedano una compartecipazione economica agli utenti era già prevista nella convenzione originaria stipulata con lo Stato per l’erogazione del servizio. In altri termini, sin dall’inizio era contemplato che, in mancanza di coperture pubbliche adeguate, i provider potessero introdurre un canone.
Va evidenziato che finché il principale gestore (Poste Italiane) mantiene la gratuità del servizio, l’impatto concreto per la maggior parte dei cittadini resta limitato. Inoltre, c’è da dire che i siti delle pubbliche amministrazioni devono garantire l’accesso ai loro servizi con SPID, CIE e CNS: lo sancisce l’art. 64 del D. Lgs. 82/2005 (“Codice dell’Amministrazione Digitale”), mentre il D. L. 76/2020 (“Decreto Semplificazioni”) ha imposto alle PA di non rilasciare credenziali di accesso diverse dalle sopracitate (né di rinnovarne di alternative).
Proprio in questi mesi estivi del 2025 sono in corso negoziati per rinnovare le convenzioni tra Stato e gestori (in scadenza a ottobre 2025): l’auspicio espresso da più parti (associazioni di consumatori, AgID, ecc.) è che si trovi un accordo che mantenga gratuito l’accesso ai servizi pubblici digitali per i cittadini, garantendo al contempo la sostenibilità economica del sistema SPID. In questo contesto, è anche opportuno rilevare che il Governo italiano sta assegnando un ruolo sempre più centrale ad IT Wallet, il cui obiettivo dichiarato è quello di portare al potenziale superamento del ricorso allo SPID (dopo un primo periodo di co-esistenza), per cui, qualora lo SPID utilizzato sia uno di quelli a pagamento, il passaggio a sistemi alternativi di accesso ai siti delle PA (inizialmente la CIE, in futuro IT Wallet) potrebbe essere un’opportunità.
SPID “aziendale”: identità digitale per le persone giuridiche
Per gli utenti privati lo SPID è un’identità personale legata al codice fiscale individuale, utilizzata anche in ambito lavorativo quando serve accedere a servizi online della PA. Tuttavia, esiste anche una forma di SPID pensata per le aziende e le organizzazioni, comunemente chiamata SPID aziendale (o SPID professionale/giuridico di livello 3 o 4). Si tratta di un’identità digitale rilasciata a una persona fisica che opera per conto di un soggetto giuridico, contenente sia i dati personali sia quelli dell’ente o azienda di appartenenza. In pratica, lo SPID aziendale permette a dipendenti o rappresentanti legali di agire online in nome dell’organizzazione di cui fanno parte, utilizzando credenziali che attestano anche l’identità dell’ente. Ad esempio, un dirigente o funzionario può accedere con SPID aziendale a portali della Pubblica Amministrazione (come il portale degli Acquisti in Rete PA) e compiere operazioni come utente qualificato dall’ente invece che come privato cittadino.
Va sottolineato che per ottenere uno SPID aziendale è necessaria l’iniziativa del legale rappresentante dell’organizzazione. Il rappresentante deve attivare il servizio presso un provider accreditato, presentando la visura camerale e la documentazione societaria necessaria. Il legale rappresentante può quindi richiedere identità SPID professionali per sé e per i propri dipendenti, in modo da dotare il personale autorizzato di credenziali digitali legate alla persona giuridica. Questa tipologia di SPID (detta SPID di tipo 4) viene emessa da alcuni provider (come Aruba, InfoCert, Namirial ecc.) generalmente come servizio a pagamento a carico dell’azienda richiedente. Ad esempio, il costo di uno SPID Aruba ID Aziendale parte da circa 35 € + IVA all’anno per identità, importo ben superiore a quello di uno SPID personale, ma giustificato dall’uso professionale.
In ogni caso, al momento solo pochi servizi online richiedono effettivamente un’identità digitale con attributi di persona giuridica. Nella maggior parte dei portali pubblici, infatti, i dipendenti accedono e operano con il proprio SPID personale (tipo 1) senza problemi, dato che il sistema non distingue l’utente come rappresentante di ente. Lo SPID aziendale diventa indispensabile solo in contesti specifici (es. gare d’appalto sul MEPA, applicazioni che registrano l’ente di appartenenza, ecc.), ma potrebbe diffondersi in futuro con l’aumentare dei servizi dedicati alle imprese.
Cosa fare se il tuo SPID personale diventa a pagamento: soluzioni e alternative
Gli utenti, soprattutto dipendenti e professionisti che finora hanno utilizzato uno SPID personale per motivi di lavoro si trovano ora a chiedersi come procedere, soprattutto se il loro identity provider introdurrà un costo. Ecco alcune soluzioni pratiche da considerare:
- Cambiare provider SPID (o attivarne un altro)
Non esiste vincolo di esclusività – ogni cittadino può possedere più di un’identità SPID contemporaneamente, anche con gestori diversi. Dunque, se il proprio SPID richiede un canone al rinnovo, è possibile attivarne uno nuovo con un provider che lo offra ancora gratuitamente (come PosteID, Lepida, Sielte, TIM, ecc.). La registrazione di un nuovo SPID può essere fatta online tramite riconoscimento con CIE, CNS o firma digitale senza costi, oppure di persona presso sportelli abilitati. Una volta ottenuto lo SPID alternativo, si potrà continuare ad accedere agli stessi servizi della PA usando le nuove credenziali, e nel frattempo lasciar scadere (o revocare) lo SPID precedente senza oneri. In sintesi, si può evitare il pagamento semplicemente scegliendo un gestore differente. Dal punto di vista della sicurezza informatica, è sconsigliato utilizzare più SPID, poiché ogni strumento di identità digitale è un potenziale punto di attacco da parte di criminali, che mirano a rubare l’identità degli utenti per accedere a risorse non autorizzate: per questo è consigliabile attivare il nuovo SPID e revocare quello precedente.
- Utilizzare la Carta d’Identità Elettronica (CIE)
I servizi online che accettano lo SPID consentono in alternativa l’accesso tramite CIE, il chip NFC della propria carta d’identità. La CIE è un’identità digitale pubblica rilasciata dallo Stato, con un livello di sicurezza elevato (livello 3) e riconosciuta in ambito europeo. Per il cittadino, utilizzare la CIE non comporta costi aggiuntivi: basta avere la carta d’identità elettronica in corso di validità (che ha un costo di rilascio una tantum, ma nessun abbonamento) e uno smartphone con app CieID oppure un lettore di smart card NFC per il PC. Come ha ricordato il direttore generale di AgID, i cittadini possono sempre usare la CIE per accedere gratis a tutti i servizi online della PA. Negli ultimi tempi la diffusione della CIE è aumentata rapidamente: nel 2024 il numero di CIE attive (oltre 50 milioni) ha superato le identità SPID (circa 40,5 milioni), segno che sempre più persone sfruttano questo strumento. Di fatto, la CIE rappresenta oggi la principale alternativa allo SPID e il Governo stesso sta puntando a favorirne l’utilizzo come credenziale unica nazionale. Per gli utenti che già ne dispongono, vale sicuramente la pena di provarla per l’accesso ai servizi digitali, così da essere meno dipendenti dallo SPID.
- SPID professionale o soluzioni aziendali
Nel caso di enti pubblici o imprese con molti operatori, potrebbe essere utile valutare l’adozione di identità digitali SPID ad uso professionale fornite dall’organizzazione stessa. Ad esempio, un Comune o un’azienda privata può decidere di dotare i propri funzionari di SPID professionali/aziendali (tipo 3 o 4) intestati all’ente, sostenendone i costi annuali. In questo modo i dipendenti utilizzerebbero credenziali fornite dal datore di lavoro per accedere ai sistemi (distinte dalle loro identità personali), con vantaggi in termini di controllo e sicurezza: l’ente può revocare immediatamente l’accesso quando il dipendente cessa il servizio, e garantire che l’utilizzo sia limitato alle attività lavorative. Tuttavia, come visto, non tutti i servizi supportano ancora lo SPID di persona giuridica, e l’ente dovrebbe farsi carico dell’onere economico (potenzialmente qualche decina di euro l’anno per ogni identità). Questa opzione ha dunque senso soprattutto se l’uso dello SPID è mission-critical per l’organizzazione e se si vuole evitare che i dipendenti debbano sottoscrivere canoni a titolo personale.
- Altri metodi di autenticazione
Infine, ricordiamo che per alcuni servizi digitali esistono ulteriori metodi di login. Ad esempio, la CNS (Carta Nazionale dei Servizi, spesso coincidente con la Tessera Sanitaria attivata) consente l’accesso tramite smart card e PIN, similmente alla CIE. Anche le firme digitali certificate o token USB di firma possono talvolta essere utilizzati per autenticarsi su determinate piattaforme (ad esempio nel processo di firma di documenti notarili o contrattuali online). Queste soluzioni alternative possono tornare utili in particolari contesti professionali, se disponibili. In generale, conviene verificare sul sito del servizio online quali credenziali sono accettate: molte piattaforme della PA mostrano più opzioni di login (SPID, CIE, CNS, certificati, ecc.), dando modo all’utente di scegliere.
L’evoluzione del sistema SPID, tra modelli gratuiti e a pagamento, evidenzia come l’identità digitale sia ormai un nodo strategico per l’accesso ai servizi e per la gestione dei processi. In un contesto normativo in continuo aggiornamento e con scenari tecnologici in rapido mutamento, affrontare la digitalizzazione non può più ridursi a una semplice adozione di strumenti: richiede una visione integrata, scelte consapevoli e soluzioni studiate sulle specifiche esigenze. Disporre di un supporto esperto diventa quindi un elemento chiave per accompagnare cittadini, enti e imprese verso un modello di trasformazione digitale realmente efficace, sostenibile e inclusivo. In questo percorso, SI.net può affiancarvi con competenza e visione, supportandovi nell’adozione di strategie digitali efficaci, sicure e su misura.
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