Il rapporto Desi e l’aggiornamento del Regolamento UE eIDAS

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Lo scorso 18 novembre è stato pubblicato il rapporto DESI per il 2021. Il rapporto è redatto dalla Commissione Europea annualmente e monitora i progressi degli stati membri sui principali parametri della trasformazione digitale.

In particolar modo sono da sempre identificati i parametri di valutazione riferiti ai livelli di connettività del paese di riferimento, la diffusione delle competenze digitali tra la popolazione, lo sviluppo e l’integrazione delle nuove tecnologie digitali nell’economia reale, la diffusione dei servizi pubblici digitali ed infine gli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore ICT.

Tutti i dati raccolti in questo rapporto si riferiscono al 2020 ed il giudizio complessivo (sommando cioè tutti i parametri sopra esposti) legato all’Italia ci vede al 20mo posto (sui 27 dell’UE) con il dato particolarmente critico associato alle competenze digitali (siamo in questo caso solo 25esimi sapendo che solo 42% della popolazione possiede competenze digitali almeno di base).

Lo stesso parametro connettività ci vede molto indietro rispetto ai paesi del nord europa, veri e propri motori di innovazione sui diversi temi. Solo il 34 % della popolazione ha accesso alla banda larga di almeno un gigabit. La media dell’unione europea appare ancora molto distante dall’Italia.

In questo scenario, la Commissione Europea sta inoltre valutando una significativa modifica al regolamento eIDAS.

Il regolamento (electronic IDentification Authentication and Signature – Regolamento 910/2014) fornisce le definizioni per i principali strumenti informatici coinvolti nei processi di dematerializzazione. Inquadrando giuridicamente i concetti di firma elettronica, sigillo, servizi di recapito certificati elettronici e di autorizzazioni sui portali web ha consentito la costituzione di un quadro europeo di riferimento all’interno del quale i diversi stati nazionali hanno potuto progettare sistemi tra di loro interoperabili.

In Italia, dove la firma digitale già era in uso all’approvazione di eIDAS, il regolamento ha fornito da base normativa per i sistemi di autenticazione basati su SPID, CIE e TS-CNS.

Al fine di rendere tra di loro effettivamente interoperabili i sistemi di identificazione di cittadini, imprese o pubbliche amministrazioni nell’Unione Europea il regolamento eIDAS prevede il nodo Login with eIDAS, la cui implementazione permette la circolarità delle eID italiane fra gli stati membri dell’Unione Europea.

Tuttavia , la scarsa diffusione a livello europeo del sistema (sono solo 14 su 27 gli Stati che hanno comunicato il proprio regime di identificazione elettronica) ha giustificato la richiesta dell’aggiornamento del regolamento stesso.

Tale istanza è stata presentata a giugno di quest’anno (il 3 giugno 2021) all’interno di un insieme di modifiche che coinvolgono l’implementazione di nuovi servizi fiduciari:

  • I servizi di conservazione / archiviazione elettronica qualificati a livello UE – con archiviazione elettronica si intende un servizio che consente la ricezione, la conservazione, la cancellazione e la trasmissione di dati o documenti elettronici al fine di garantire l’integrità, l’esattezza dell’origine e le caratteristiche giuridiche di tali dati o documenti per tutto il periodo di conservazione. Ricordiamo a questo proposito che in Italia il 1 gennaio 2022 diverrà pienamente esecutivo il nuovo Regolamento AgID sui criteri per la fornitura dei servizi di conservazione dei documenti informatici.
  • I registri elettronici – un registro elettronico abbina la validazione temporale e il sequenziamento dei dati che sono registrati al suo interno con la certezza riguardo al loro originatore, in maniera simile alla firma elettronica. Il loro funzionamento è identico a quello delle criptovalute nate proprio per favorire forme di certificazione decentrata delle transazioni (in quel caso monetarie).
  • La gestione di dispositivi per la creazione di firme e sigilli elettronici da remoto (a distanza).

L’iter di approvazione di tali modifiche dovrebbe richiedere circa un anno di attività e dovremo dunque prevedere la loro pubblicazione a giugno 2022.

Occorrerà dunque prestare rilevanza agli eventuali cambiamenti che verranno apportati al regolamento ed alla sua istanza di modifica per poterne leggere gli scenari di applicazione.

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