L’Italia è prima in Europa per servizi disponibili online, seguita dalla Germania (con il 90,9%). Il nostro Paese, a lungo schiavo della burocrazia, ha quindi compiuto grandi passi avanti verso la semplificazione amministrativa, grazie prima al progetto di digitalizzazione avviato da Brunetta e ora al “decreto semplificazioni” del Governo Monti.
Tuttavia l’e-government, inteso come gestione completa dei procedimenti online, stenta ad affermarsi. Se infatti andiamo a vedere l’utilizzo da parte dei cittadini dei servizi online, la percentuale scende al 10,7%.
Possiamo evidenziare diverse cause:
innanzitutto, 4 italiani su 10 non hanno accesso alla rete, ciò a causa del ritardo dell’introduzione in Italia della banda larga, ma anche probabilmente per l’età media della popolazione italiana;
c’è poi da dire che lo studio in oggetto fa riferimento alla Pubblica Amministrazione centrale, che offre servizi informativi, più che interattivi. Per quanto riguarda gli Enti pubblici locali, la situazione è diversa: in base ai dati Istat, solo il 7,3% dei Comuni italiani consente “avvio e conclusione per via telematica dell’intero iter relativo al servizio richiesto”.
Occorre quindi intervenire a livello culturale e di infrastrutture digitali, oltre che con una maggiore offerta di servizi da parte degli Enti locali.
Per approfondimenti:
“E-government, servono più servizi” – di Federico Ferrazza su Wired
“Perché l’e-Gov non decolla” – di Martina Pennisi su Wired
“L’accesso impossibile a internet per quattro famiglie su dieci” – di Massimo Sideri su Corriere.it
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