Il termine cloud computing (in italiano nuvola informatica) indica il servizio offerto da un provider di memorizzazione, archiviazione ed elaborazione dati, grazie all’utilizzo di risorse in rete. La possibilità di consultare i dati in ogni momento ed in ogni luogo, con diversi dispositivi, anche mobili (e non più solo col computer dove sono stati archiviati) comporta innumerevoli vantaggi per gli utenti.
Megaupload è un sito di file hosting, che ospita in cloud i file caricati dagli utenti, a titolo gratuito o a pagamento. Con la sua chiusura, gli utenti non hanno però più accesso ai loro file.
Come rileva Paolo Attivissimo nel suo blog, “fra coloro che utilizzavano questi cyberlocker c’erano anche clienti che non commettevano alcuna violazione del diritto d’autore: vi avevano caricato dei dati di cui erano legittimi titolari. Erano clienti legali che oltretutto pagavano per un servizio. […] La validità delle accuse degli inquirenti statunitensi nei confronti di Megaupload è, in questo senso, del tutto irrilevante. Chi usa il cloud puro rischia comunque di vedersi sparire tutto senza preavviso; chi usa soluzioni ibride, con copia locale, corre un rischio minore, ma deve tenere presente che in qualunque momento la copia remota può svanire”.
Oltre ai problemi legali riscontrati nel caso di Megaupload, c’è il rischio di blackout o di incidenti ai server, basti pensare al principio di incendio di aprile presso gli uffici di Aruba che ha mandato in tilt per diverse ore migliaia di siti web, fortunatamente senza perdita di dati. Altre problematiche sono legate alla sicurezza dei dati e alla tutela della privacy.
I rischi connessi all’utilizzo di questa tecnologia, sicuramente da affrontare e risolvere, non devono però farci dimenticare gli innumerevoli vantaggi legati all’utilizzo del cloud, in termini di risparmio di tempo e di denaro, di maggiore flessibilità, efficienza ed efficacia, oltre che di condivisione e collaborazione.
Tra le esperienze positive c’è quella dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma i cui medici possono collegarsi in ogni momento ad una casella postale e ad un database in remoto al fine di interagire con i propri colleghi. E’ stato così risolto il problema di archiviazione dei dati e di condivisione di documenti e risorse con un numero sempre crescente di utenti. Il tutto in conformità con le politiche di autenticazione e sicurezza che l’ospedale deve assicurare.
Altro esempio è quello dell’Istituto Universitario Europeo (EUI) – che offre programmi di ricerca, di dottorato e post-dottorato in economia, diritto, storia e scienze politiche e sociali – che aveva necessità di un maggiore spazio di archiviazione della posta elettronica e di superare i tempi di inattività dovuti a down-time schedulati per la manutenzione del servizio di e-mail. Grazie al cloud è stato possibile gestire la tecnologia dell’Istituto in modo più snello e meno costoso: l’EUI ha infatti risparmiato circa 140.000 Euro (circa il 43%), ottenendo una capacità di storage 100 volte superiore rispetto al passato. Inoltre è stato liberato il 25% del tempo del personale IT dedicandolo ad altri progetti strategici per l’Università.
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