Così facendo, l’Italia si pone tra i primi Paesi in Europa ad accogliere e rendere operativi i criteri più rigorosi per l’accessibilità dei contenuti per il web, siano essi pagine informative, documenti scaricabili, applicazioni o social network.
Il decreto, che è ora al vaglio della Corte dei Conti, recepisce le indicazioni dell’Unione Europea in tema di accessibilità delle informazioni e dei servizi erogati dai siti delle pubbliche amministrazioni, consentendo loro di poter sviluppare servizi tecnologicamente innovativi nel rispetto del diritto di tutti i cittadini, indipendentemente dalla disabilità, di poterne usufruire.
Ciò significa che ogni sito dovrà essere accessibile in ogni sua parte, senza che determinate tecnologie o programmi possano inficiarne la fruizione da parte di cittadini portatori di qualsiasi disabilità. Soprattutto, da ora sarà possibile utilizzare tecnologie differenti dal normale HTML, quindi creare applicazioni nel web utilizzabili da tutti. Si tratta dunque di un decreto che guarda al futuro, senza limitare la tecnologia d’utilizzo.
Inoltre, questa nuova impostazione archivia i programmi ‘statitici’ a favore di quelli ‘sociali’, che favoriscono lo scambio di comunicazioni e servizi tra persone. Grazie a questi requisiti, il cittadino con disabilità non sarà spettatore passivo ma cittadino con possibilità di partecipare, ottenere informazioni e servizi indipendentemente dalla sua disabilità, nel rispetto dell’art. 3 della Costituzione italiana, applicato alle nuove tecnologie.
Fonte: Comunicato stampa del Ministero
Leggi anche: “Accessibilità: il ministro Profumo aggiorna i requisiti per le PA” di Roberto Scano sul blog IWA
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