Lo studio sistematico della media impresa in Italia (identificata con le società di capitali a controllo autonomo, fatturato compreso tra 15 e 330 milioni di euro e forza lavoro da 50 a 499 dipendenti) è iniziato oltre dieci anni fa, su iniziativa congiunta di Mediobanca ed Unioncamere. La seconda edizione di questo progetto estende l’analisi alle medie imprese francesi oltre a quelle tedesche, spagnole e italiane già trattate nella prima edizione, prevedendo, nelle future edizioni, l’eventuale allargamento ad altre Nazioni.
Per quanto riguarda il nostro paese, emerge che il 40% delle medie imprese si localizza nel Nord-Ovest, il 38% nel Nord-Est; Lombardia (31%), Veneto (18%) ed Emilia-Romagna (14%) sono le regioni più popolose, mentre la presenza si dirada nel Sud e nelle Isole.
Lo studio comprende l’analisi delle aree territoriali specializzate (poli di competitività in Francia, distretti e aree di grande impresa in Spagna ed Italia e aree di grande impresa in Germania). In Francia il 41% delle medie imprese hanno la propria sede nei sopra citati poli, in Italia il 66% delle medie imprese si colloca in aree distrettuali e in Spagna il 40%. In Germania non esiste un sistema di distretti codificato.
Per quanto riguarda i settori, la meccanica prevale in Germania (45,3% del totale e maggiore incidenza fra i quattro Paesi) mentre l’Italia segna a livello europeo la quota maggiore nei beni per la persona e la casa (21,3%), pur essendo prevalente la meccanica (31,4%). In Spagna il settore più rappresentativo è l’alimentare (31,3%), ma assai importante è il ruolo della meccanica (25,9%). In Francia come per la Spagna i settori più rappresentativi sono l’alimentare e la meccanica (30,2% e 29,2%). Lo stile italiano (o “made in Italy”) rappresenta il 62% delle vendite delle nostre medie imprese. Quanto al valore aggiunto, che misura la ricchezza prodotta, il contributo delle attività meccaniche è ancora più evidente, raggiungendo il 51% in Germania, il 38% in Italia, il 35% in Francia e il 29% in Spagna ove si registrano gli apporti rilevanti dei beni per la persona e la casa (15%) e dell’alimentare (24%). Si tratta di due settori importanti anche in Italia, con un’incidenza prossima al 36%, mentre essi contribuiscono per poco più del 31% in Francia e per il 19% in Germania.
L’orientamento produttivo delle medie imprese europee ne spiega anche il diverso contenuto tecnologico (valutato secondo la metodologia OCSE), che offre lo spaccato seguente, calcolato in percentuale del fatturato:
Alta tecnologia: Francia 8,1 – Germania 14,8 – Italia 4,2 – Spagna 6,8
Medio-alta tecnologia: Francia 19,6 – Germania 26,4 – Italia 24,5 – Spagna 16,6
Medio-bassa tecnologia: Francia 25,6 – Germania 28,7 Italia 26,8 – Spagna 32,7
Bassa tecnologia: Francia 46,7 – Germania 30,1 – Italia 44,5 – Spagna 43,9
La fascia alta e medio-alta della tecnologia rappresenta il 41% circa del fatturato delle medie imprese tedesche; le italiane esprimono, sotto questo profilo, un contenuto lievemente superiore alle francesi (29% contro 28%) mentre le spagnole si fermano al 23%.
Per maggiori informazioni visita il sito di Unioncamere
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