Svolta per l’interoperabilità nella PA, arriva la PDND

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In linea con quanto enunciato e descritto nel Piano Triennale ICT, è stata lanciata la Piattaforma digitale nazionale dati (PDND). La soluzione avrà lo scopo di valorizzare il patrimonio informativo pubblico e favorire lo scambio dei big data tra le PA. Per incentivare la formazione del catalogo, il Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale ha pubblicato sul portale padigitale2026 un bando destinato ai Comuni.

Un primo passo verso la vera interoperabilità dei dati?

Se si tratterà o meno di una svolta sul fronte dello scambio automatizzato dei dati tra le Pubbliche Amministrazioni, sarà il tempo a dirlo; ma è certo che con il lancio della Piattaforma digitale nazionale dati, il viaggio verso la concretizzazione del principio del Once&Only (il concetto secondo il quale il cittadino non debba comunicare lo stesso dato alla PA nel caso servizi diversi lo richiedano) sembra aver imboccato una strada più agile.

Così come annunciato e descritto dal capitolo 3 dell’ultimo Piano Triennale ICT, la PDND ha finalmente visto la luce. Sotto l’ala di PagoPA Spa la soluzione costituirà progressivamente il repository per tutte quelle API che avranno il compito di valorizzare il patrimonio informativo pubblico e favorire l’interazione tra sistemi e banche dati. Come si legge dell’header del sito, i l progetto è ancora in beta, ma la documentazione disponibile lascia trasparire quali siano modalità di ingaggio e di adesione alla piattaforma.

PDND e PNRR, destini incrociati

Come già accaduto per la PND (Piattaforma Notifiche Digitali), è stato affidato al PNRR il ruolo di traghettatore del progetto PDND: la piattaforma è infatti oggetto di milestone target europei molto stringenti sul piano delle scadenze. Tra questi spicca certamente (oltre la completa operatività della piattaforma entro dicembre 2022), il target M1C1-18 che prevede almeno 400 API pubblicate sulla PDND entro il 2024, con l’opzione di integrazione per registri nazionali entro il 2023.

Sul portale Padigitale2026 è stato quindi pubblicato lo scorso 20 ottobre un avviso (misura 1.3.1) per incentivare i Comuni a registrarsi sulla piattaforma e pubblicare API:

La dotazione finanziaria indica 110 milioni di euro, da ripartire secondo una tabella basata sulla dimensione dei Comuni aderenti, che definisce anche il numero minimo di API da rilasciare sulla PND:

  • Comuni fino a 2.500 abitanti: € 10,171.75; 1 API
  • Comuni 2.501 – 5.000 abitanti: € 10,171.75; 1 API
  • Comuni 5.001 – 20.000 abitanti: € 20,343.50; 2 API
  • Comuni 20.001 – 50.000 abitanti: € 30,515.25; 3 API
  • Comuni 50.001 – 100.000 abitanti: €162,748.00; 4 API
  • Comuni 100.001 – 250.000 abitanti: € 203,435.00; 5 API
  • Comuni > 250.000 abitanti: € 474,775.20; 6 API

Lo schema del bando è il medesimo degli altri avvisi pubblicati sulla piattaforma e che ormai abbiamo imparato a conoscere: domanda di partecipazione, se accettata decreto di finanziamento, contrattualizzazione fornitore/i, realizzazione, richiesta di contributo.

I termini del bando PNRR

Questi invece i tempi e le scadenze:

  • termine presentazione domande: 23:59 del 17 febbraio 2023
  • contrattualizzazione:
    • per i Comuni fino ai 50000 abitanti, massimo 3 mesi dal decreto di finanziamento
    • per i Comuni sopra i 50000 abitanti, massimo 6 mesi dal decreto di finanziamento
  • realizzazione:
    • per i Comuni fino ai 50000 abitanti, massimo 6 mesi dalla data di contrattualizzazione
    • per i Comuni sopra i 50000 abitanti, massimo 6 mesi dalla data di contrattualizzazione

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