E’ in dirittura d’arrivo il Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione 2017-2019, realizzato dall’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), in attuazione del CAD e della Legge di Stabilità 2016. |
Il nuovo modello di digitalizzazione della PA previsto dalla bozza del Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2017-2019 punta ad uniformare e razionalizzare i servizi informatici pubblici al fine di renderli performanti per il cittadino: per la prima volta, infatti, la PA avrà un modello organico e omogeneo da seguire per digitalizzare processi e servizi.
Articolazione del Piano
Il piano è articolato in tre grandi aree:
– Infrastrutture fisiche finalizzate ad una progressiva razionalizzazione degli oltre 10.000 data center nazionali e alla progressiva adozione del cloud da parte della PA: reti di comunicazione, data center, cloud.
– Infrastrutture immateriali: tutte quelle piattaforme realizzate a livello centrale e che offrono servizi al cittadino. Sulla base delle indicazioni fornite nel piano, tutte le amministrazioni saranno guidate in un percorso di progressiva adozione di queste piattaforme.
– Ecosistemi come sanità, scuola, giustizia, turismo: il piano definirà come strutturare i servizi digitali nei diversi ambiti.
Trasversalmente a questi tre ambiti saranno sviluppati due punti focali: quello dei big data e quello della sicurezza informatica, vere e proprie leve per l’innovazione di ogni processo.
Le scadenze
Il piano prevede una serie di scadenze legate alla digitalizzazione della PA:
– PagoPA: entro dicembre 2017 le amministrazioni dovranno completare l’adesione al sistema PagoPA per tutti i servizi che prevedono il pagamento dei dovuti da parte del cittadino e delle imprese. In particolare le PA dovranno inviare ad AgID i piani di attivazione e integrazione della piattaforma abilitante PagoPA nelle loro soluzioni applicative. Inoltre, le amministrazioni che entro giugno 2017 non avranno ancora completato l’adesione al sistema PagoPa dovranno adottare, in logica di sussidiarietà, le soluzioni già disponibili attuate dalle altre amministrazioni (ad esempio piattaforme di regioni o di altre amministrazioni) che si propongono con il ruolo di intermediario previsto dal sistema nazionale.
– Spid: entro marzo 2018 il Sistema pubblico di identità digitale dovrà essere adottato per tutti i servizi digitali che richiedono autenticazione, sia quelli già esistenti che quelli di nuova attivazione.
– ANPR: entro dicembre 2018 dovrà essere attuato il completamento della migrazione delle anagrafi di tutti i comuni italiani nell’Anagrafe Unica, un processo che doveva chiudersi alla fine del 2016 ma che ha subito enormi ritardi (ad oggi sono presenti soltanto 4 comuni: Bagnocavallo, Lavagna, Sant’Agata in Santerno e Cesena). In particolare il Ministero dell’Interno integrerà nel sistema ANPR (Anagrafe Nazionale Popolazione Residente) le funzionalità necessaria alla gestione dei servizi di stato civile e delle liste di leva. I Comuni dovranno adottare le funzionalità di ANPR esteso mediante l’integrazione applicativa con i loro sistemi oppure mediante l’uso di web application.
– CIE: entro dicembre 2018 il servizio relativo alla Carta d’Identità Elettronica dovrà essere attuato in tutti in Comuni.
Apertura ai servizi privati e adeguamente ai nuovi canali e strumenti di comunicazione
Altro punto importante è l’apertura della PA ai servizi privati: il sistema informativo della PA dovrà favorire “la creazione di un nuovo mercato per quelle imprese private che saranno in grado di operare in maniera agile in un contesto non più basato su grossi progetti monolitici e isolati ma su servizi a valore aggiunto. Tali servizi dovranno rispettare le linee guida del Piano Triennale, essere sempre disponibili su dispositivi mobili (approccio mobile first) e essere costruiti con architetture sicure, scalabili, altamente affidabili e basate su interfacce applicative (Api) chiaramente definite”.
Ciò significa che il Piano individua la necessità di un adeguamento dei servizi della PA ai canali e strumenti di comunicazione più utilizzati dai cittadini: dovranno quindi essere disponibili anche su smartphone grazie all’installazione di nuove app da parte anche di società private. Inoltre l’accesso alla rete, compresi i social network, dovrà essere garantita a tutti i dipendenti della PA, senza limiti di tempo o orari.
Riduzione dei costi
Viene ribadita la necessità di promuovere soluzioni volte a stimolare la riduzione dei costi e a migliorare la qualità dei servizi digitali nella PA, contemplando meccanismi di remunerazione che possano anche incentivare i fornitori a perseguire forme sempre più innovative di composizione, erogazione e fruizione dei servizi.
Cert-PA
Il Piano prevede anche il potenziamento del ruolo di Cert-PA (Computer emergency readiness/response team), struttura che fornisce risposte ad eventuali emergenze segnalate dai vari sistemi informatici pubblici.
Community
Infine è prevista la creazione di una community di sviluppatori, designer e gestori di servizi digitali che possa scambiarsi informazioni e collaborare allo sviluppo della PA, al fine di integrare e migliorare quanto già stabilito nel Piano per guidare la PA nella trasizione al digitale.
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